La quarzite Tropical Storm è una pietra naturale di straordinaria bellezza, si distingue per un movimento dinamico di venature bianco-dorate irregolari, che attraversano come fulmini un nero così profondo da ricordare il cielo durante una tempesta. Basta un’occhiata a questa magnifica quarzite per capire da dove deriva il suo evocativo nome. L’effetto visivo è spettacolare, i suoi contrasti cromatici netti e la geometria delle sue venature permettono la creazione di composizioni a macchia aperta di grande impatto visivo.
Questa quarzite nasce da un lungo processo di metamorfismo di arenarie ricche di quarzo. L’azione di pressione e calore, avvenuta nel corso di milioni di anni, ha trasformato questi sedimenti in una roccia compatta, resistente e brillante. Le cave principali di Tropical Storm si trovano in Sudafrica, paese noto per la varietà e qualità delle sue quarziti.
La quarzite Tropical Storm è una pietra di elevata durezza che non richiede manutenzione, resistente all’usura, agli agenti atmosferici e a tutti gli usi domestici: dai piani cucina alle pavimentazioni più utilizzate, dai rivestimenti di pareti interne fino a facciate esterne esposte a sole e pioggia.
Nonostante la sua durezza estrema, la quarzite Tropical Storm può essere ordinata con finiture personalizzate secondo il gusto e le esigenze del cliente o del progettista: bocciardata, fiammata, levigata, lucida, sabbiata, spazzolata, waterjet o in altre spettacolari finiture speciali.
È stata scelta da architetti di fama internazionale come Patricia Urquiola e Piero Lissoni, che l’hanno impiegata in progetti di hotellerie di lusso ed esclusivi spazi commerciali, valorizzandone la texture naturale di ampio respiro e la rigorosa eleganza. La si può ammirare in boutique di alta moda e hotel di design in tutto il mondo: un ambiente in Tropical Storm è intimo ed al tempo stesso maestoso, la sua esclusività contemporanea dona allo spazio un’estetica ricercata mai eccessiva.
Tropical Storm non è solo una quarzite, è un’esperienza materica indimenticabile.

